(Traduzione di Massimo Introvigne)
A proposito di San Patrizio (387-461), che nel V secolo evangelizzò l’Irlanda, lo storico e liturgista benedettino dom Prosper Guéranger (1805-1875) propone una distinzione che è molto vera e che ci mostra come alcuni uomini hanno davvero avuto il ruolo di braccio destro di Dio. Ci sono uomini scelti da Dio per forme di apostolato piccole e limitate. In queste attività si mostrano efficienti e sicuri. Dio dà loro una grazia proporzionata a questo compito, ma il loro lavoro non va oltre. In Europa ci sono molti santi che sono famosi nelle loro diocesi, nei luoghi dove hanno confessato la loro fede o hanno fondato varie istituzioni. Hanno seminato il cristianesimo in questi luoghi specifici, dove sono ancora venerati. Sono scelti come santi patroni di una città e pellegrinaggi locali raggiungono le loro tombe. Costituiscono così parte di quella ricca moltitudine di sfaccettature che la vita regionale dona all’insieme della Chiesa e della società.
Ci sono altri uomini il cui ruolo nella vita della Chiesa si esercita su scala internazionale. È a proposito di questi che dom Guéranger usa l’espressione “braccio destro di Dio”. Di fronte a loro gli ostacoli svaniscono come se fossero insignificanti. Realizzano imprese che nessuno avrebbe ritenuto possibili. Si può dire che accelerino la marcia della storia e il progresso della Chiesa. San Patrizio era uno di questi uomini.
Quel che dom Guéranger afferma a proposito di San Patrizio si potrebbe affermare a proposito dell’Irlanda. Normalmente sottolineiamo l’influenza di Cluny sul Medioevo: e a ragione. Ma è anche importante tenere conto del ruolo degli irlandesi. L’Irlanda ha avuto un ruolo fondamentale come centro d’irradiazione della fede cattolica verso nazioni che per secoli avrebbero dato gloria a Dio, anche se alcune di loro sarebbero poi diventate protestanti.
Quando grazie a San Patrizio la fede cattolica si radicò in Irlanda i monasteri cominciarono a fiorire nel Paese. Attraverso questi monasteri gli irlandesi parteciparono più tardi alla grande opera di evangelizzazione dell’Impero Carolingio. In questo senso ebbero un ruolo nell’evangelizzare l’Inghilterra, la Scozia e parti della Francia, della Germania, della Svizzera, dell’Austria, dell’Italia, oltre alle nazioni che si affacciano sul Mare del Nord. In questo senso l’Irlanda ha avuto un ruolo simile a quello che nel XVI secolo giocherà la Penisola Iberica, quando la Spagna e il Portogallo saranno i punti di partenza per l’evangelizzazione dell’America Latina e di parti dell’Africa e dell’Asia. Ahimé: è anche vero che dopo un periodo di grande fioritura la gloria dell’Irlanda – come la gloria della Spagna e del Portogallo – era destinata a venire meno.
La Rivoluzione e le sue forze segrete hanno fatto di tutto perché la Spagna e il Portogallo abbandonassero la fede cattolica. La gloria di potenze mondiali di questi Paesi è venuta meno a mano a mano che si sono allontanati dalla fede, anche se qualcosa della vecchia fedeltà talora ancora si mostra. L’Irlanda, da un certo punto di vista, non ha mai ceduto all’apostasia. È stata ricompensata con questa grazia per i suoi secoli di apostolato verso altre nazioni. È rimasta ferma nella fede cattolica, a maggior gloria di Dio.
Questa grazia è grande, e dovrebbe indurci a ringraziare Dio. Ma sarebbe sbagliato credere che in Irlanda tutto vada per il meglio. La politica è stata infiltrata dal socialismo e da altre forme di pensiero rivoluzionario. Il cattolicesimo irlandese è stato infiltrato dal progressismo. Anche la comunità irlandese negli Stati Uniti, pure tanto devota a San Patrizio, ha prodotto figure politiche di sinistra e cattolici progressisti. Le manovre della Rivoluzione non hanno strappato l’Irlanda dal seno della Chiesa, ma l’hanno corrotta.
Preghiamo San Patrizio perché ottenga dalla Madonna una speciale protezione per l’Irlanda e gli irlandesi, e arresti un processo di decadenza che, se guardassimo le cose con occhi puramente umani, ci sembrerebbe inarrestabile. Per questo preghiamo Dio perché intervenga presto.