Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995): Meditazioni su alcuni santi del calendario

16 luglio: Madonna del Carmelo

imgQual è il legame fra la Madonna del Carmelo e la Madonna di Fatima, che in una delle sue apparizioni indossava l’abito carmelitano? È noto che nelle apparizioni di Fatima normalmente la Madonna indossava un abito bianco bordato d’oro, con una cintura anch’essa d’oro. Ma durante una delle apparizioni ai bambini – quella del miracolo del sole – portava l’abito carmelitano con la rappresentazione dei misteri gloriosi del Rosario.

La Madonna non fa nulla per caso, quindi la prima domanda ne solleva un’altra: qual è la relazione fra la Madonna del Carmelo, i misteri gloriosi del Rosario e la Madonna di Fatima?

Il titolo di Nostra Signora del Carmelo deriva dal Monte Carmelo, in Terra Santa, dove al tempo dell’Antica Alleanza vivevano eremiti, che pregavano e vegliavano attendendo una Vergine Madre che sarebbe venuta a portare salvezza a tutta l’umanità. Seguivano l’esempio del Profeta Elia, che al Monte Carmelo aveva pregato per la salvezza d’Israele durante una terribile siccità, e aveva visto una nuvoletta profilarsi all’orizzonte. Aveva sperato che la nuvoletta portasse quella pioggia così necessaria a Israele. La nuvoletta crebbe fino a coprire tutto il cielo, e finalmente la pioggia sperata cadde per salvare il popolo.

Ma Elia comprese che la nuvola era nello stesso tempo un simbolo della Vergine che doveva venire, e aveva una relazione con le sue profezie. Coloro che seguirono l’esempio di Elia pregavano per l’avvento di una Vergine che sarebbe stata la Madre del Messia. Ai tempi dell’Antico Testamento, dunque, gli eremiti del Monte Carmelo in un certo senso avevano la missione spirituale di anticipare nella preghiera l’avvento di Nostra Signora. Furono perseguitati dai malvagi, compresi sacerdoti e scribi di una religione in decadenza; ma nonostante tutto quegli eremiti rimasero fedeli.

Finalmente la Madonna venne, e ricevette la più grande gloria tra le creature viventi: in lei il Verbo di Dio, la Seconda Persona della Santissima Trinità si fece carne. Divenne la sposa dello Spirito Santo. In quanto priva di peccato originale, non sarebbe stata di per sé soggetta alla morte. Ma scelse di morire, per imitare Nostro Signore. Ma – a differenza di Lui – ebbe per grazia di Dio una morte per così dire molto leggera, che la Chiesa con il suo linguaggio incomparabile chiamò “dormizione”, il sonno di Nostra Signora. Fu una vera morte, con la separazione dell’anima dal corpo, ma tanto lieve e delicata quanto era possibile. Dopo questa “dormizione” fu assunta in Cielo in anima e corpo: fu portata in Cielo dagli angeli. Questo insieme di privilegi costituisce la maggiore glorificazione mai riservata a una creatura. È per questo che l’Assunta è anche chiamata la Madonna della Gloria.

Possiamo dire che la storia dell’Ordine del Carmelo dell’Antico Testamento si chiude con una glorificazione straordinaria che compie tutte le sue speranze. Attraverso secoli di silenzio, isolamento e persecuzione i discepoli di Elia erano avanzati passo a passo verso la vittoria e la gloria.

La storia dell’Ordine del Carmelo ricomincia nel Nuovo Testamento. San Giovanni Battista e molti suoi discepoli erano discepoli di Elia, così come Giovanni, Giacomo e altri fra i primi seguaci del Signore. Ebbero la gioia di vedere e conoscere Nostra Signora e di accompagnarla nella sua vita terrena: la stessa Vergine-Madre nella cui venuta i loro antenati avevano sperato. Possiamo anche immaginare che qualche volta la Madonna si sia rivolta a loro ricordando questa vocazione speciale legata al Monte Carmelo e colmandoli di grandi grazie.

Non ci è vietato neppure immaginare qualcosa della pia e misteriosa relazione fra la Madonna ed Elia (che, come sappiamo, non era e non è morto, poiché Dio lo rapì in Cielo). Sembra ragionevole pensare che una sorta di anticipazione della perfetta devozione alla Madonna sviluppata molti secoli più tardi da San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716) fosse praticata in questi primi ambienti del Monte Carmelo.

La tradizione del Monte Carmelo continuò a esistere in Terra Santa, ma la cristianità di quei luoghi non trasse dalla sua presenza tutti i vantaggi che avrebbe potuto derivarne. Non è l’ultima ragione della sua decadenza e delle punizioni ricevute con l’invasione dei musulmani, che quasi la distrussero. Al tempo delle Crociate la tradizione carmelitana passò in Occidente, dov’era quasi sconosciuta.
Ma da questo tronco quasi disseccato Nostra Signora fece nascere una pianta rigogliosa: l’Ordine del Carmelo come lo conosciamo oggi. E un fiore speciale: San Simone Stock (ca. 1165-1265). Dopo essere stato eletto generale dei Carmelitani nel 1247, egli chiese una speciale protezione alla Madonna per l’Ordine. Nostra Signora gli apparve e gli consegnò lo scapolare del Carmelo, il cui significato è la promessa della salvezza eterna a coloro che si associano all’Ordine e perseverano fino alla morte. Con San Simone Stock l’Ordine del Carmelo fiorì ed entrò in un periodo di gloria. La sua gloria più grande? La perpetua e ferma devozione alla Madonna.

Ma ebbe anche la gloria di contare nelle sue fila una Santa Teresa d’Avila (1515-1582), e più recentemente una Santa Teresa del Bambino Gesù (1873-1897), che se non fosse morta così giovane sarebbe stata quasi una mia contemporanea.

Oggi la Cristianità è in un nuovo periodo di decadenza. La Madonna è venuta a Fatima ad annunciarne insieme la caduta, il castigo e la redenzione: “Infine il mio Cuore Immacolato Trionferà”. Nelle stesse apparizioni in cui annuncia la sua vittoria, vuole presentarsi nell’abito carmelitano, come per riaffermare la sua secolare predilezione per la tradizione del Monte Carmelo e per questo Ordine, e per indicare che l’Ordine sarà parte del suo Regno glorioso. Indossando l’abito presenta una sintesi simbolica di passato e di futuro, annuncia la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra.

La festa della Madonna del Monte Carmelo è molto cara a noi che ci consideriamo discepoli del Profeta Elia, il primo devoto di Nostra Signora nella storia. Glorifichiamola e chiediamo che permetta a noi, carmelitani in spirito, di superare il tempo delle prove e di diventare pietre viventi del Regno di Maria.




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